Al Nord i matrimoni civili sorpassano per la prima volta quelli religiosi, una svolta storica che si e’ consumata anno dopo anno fino ad arrivare nel 2011 all’inversione di rotta. I numeri parlano chiaro: nelle regioni settentrionali le celebrazioni in Chiesa sono solo il 48,3%, contro il 51,7% avvenuto al di fuori dei sacramenti. E al Centro la sfida finisce in un quasi pareggio, con il rito religioso che prevale per un soffio (50,1%).
L’Annuario statistico dell’Istat restituisce cosi’ l’immagine di un Paese in trasformazione. D’altra parte in Italia ci si sposa sempre meno: il 2011 e’, sottolinea l’Istituto, il quarto anno consecutivo in cui si registra un calo delle unioni, con neppure 209 mila coppie che hanno deciso di scambiarsi le fedi.
Basti pensare che gia’ nel 2010 la Penisola era a livello internazionale uno dei paesi con la nuzionalita’ piu’ bassa. Non stupisce quindi se nel 2011 il 29,4% delle famiglie risulti rappresentato da persone sole. E l’eta’ media nell’ultimo decennio e’ salita di sei anni, gia’ nel 2010 e’ stata superata la soglia dei 30 anni sia per gli uomini che per le donne.
La responsabilita’ del calo nel numero di nozze celebrate ricade tutta sui riti di tipo religioso (-8,7%), visto che quelli civili risultano in crescita (+5,1%). Tuttavia a livello nazionale la maggioranza e’ ancora fatta da coppie che preferiscono sposarsi al cospetto di un ministro del culto (60,2%), soprattutto grazie al contributo arrivato dal Sud.
Se il trend dei matrimoni e’ in continua discesa, non mancano invece separazioni e divorzi. Guardando al Rapporto di coesione sociale presentato da Istat, Inps e ministero del Lavoro, emerge come nell’arco di quindici anni, confrontando il 2010 al 1995, le separazioni siano salite del 68% e i divorzi siano raddoppiati (+100,3%).
Nonostante tutto, crisi compresa, pero’, la voglia diventare mamma e papa’ cresce: nel 2011 la stima del numero medio di figli per donna e’ pari a 1,42, il leggero aumento rispetto all’anno precedente. Ma il terreno da recuperare e’ esteso, visto che il Paese per fecondita’ e’ in coda tra gli Stati europei. Inoltre, stando agli ultimi dati disponibili, le donne diventano madri sempre piu’ tardi: 31,3 anni e’ l’eta’ media al parto, la piu’ alta tra nel Vecchio Continente, a pari merito con Liechtenstein e Svizzera. Restando sullo stesso fronte, l’Istituto di statistica fa anche notare come siano diminuite le interruzioni volontarie di gravidanza tra le donne italiane, ma al contempo si e’ registrata un’impennata degli aborti spontanei soprattutto tra le over-35, complici le maggiori difficolta’ nell’affrontare una gravidanza quando non si e’ piu’ giovani.
A testimoniare i grandi cambiamenti societa’ italiana sono anche i numeri sui nati: nel 2011 piu’ di un bambino su quattro viene alla luce fuori dal matrimonio, piu’ del doppio rispetto a dieci anni prima e quasi uno su cinque ha almeno un genitore straniero.
Un dato positivo riguarda la longevita’ degli italiani, infatti secondo le stime per il 2011 la speranza di vita alla nascita migliora sia per gli uomini (79,4) sia per le donne (84,5), cosi’ che la Penisola resta una delle nazioni dove si va piu’ avanti con l’eta’.
Discussione su questo articolo