I talebani hanno messo a segno oggi un altro spettacolare attentato suicida riuscendo a ferire, a quanto sembra gravemente, in una guest-house di Kabul il responsabile della Direzione nazionale per la sicurezza (Nds, i servizi segreti afghani), Asadullah Khaled. L’azione, che ha causato il ferimento anche di due guardie del corpo di Khaled, è stata immediatamente rivendicata dal portavoce degli insorti, Zabihullah Mujahid, e attribuita a "un mujaheddin di nome Hafez Muhammad che si è fatto esplodere vicino al capo del Nds causando molte vittime".
Lo scoppio, hanno riferito testimoni oculari, è stato chiaramente avvertito intorno alle 13:30 locali nel quartiere di Taimany e ha interessato un edificio dove il capo dell’ intelligence afghana alloggiava e dove svolgeva riunioni che per discrezione non voleva tenere nella sede dell’Nds.
La zona è stata immediatamente isolata, mentre alcune auto si allontanavano a tutta velocità dal luogo dell’esplosione, probabilmente con i feriti a bordo. Secondo alcune fonti, Khaled, che avrebbe riportato ferite al petto e all’addome, è stato ricoverato in un ospedale di Kabul controllato dai servizi segreti, mentre secondo altre, come l’agenzia di stampa Aip, sarebbe trasferito in un centro sanitario americano nella base aerea di Bagram.
Una fonte anonima vicina a lui ha detto all’ANSA che il kamikaze aveva nascosto una carica di esplosivo nel suo turbante, configurando cosí un attentato simile a quello che uccise nel settembre 2011 a Kabul il presidente dell’Alto Consiglio per la Pace, Burhanuddin Rabbani. Questa versione peró non è stata confermata dalle autorità inquirenti.
Conosciuto per la sua decisa opposizione ai talebani e al Pakistan, il capo della Nds era sfuggito già una volta a un attentato nel 2007 quando era governatore della provincia meridionale di Kandahar. In passato aveva ricoperto anche l’incarico di ministro degli Affari tribali e delle Frontiere.
Il colpo inferto ai servizi segreti dagli insorti ha riacceso tensioni e perplessità sul futuro in materia di sicurezza, proprio nei giorni in cui la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) ha trasferito il controllo di altre sette province all’esercito afghano, che ora ha la responsabilità sull’80% del territorio nazionale.
A tutto questo si devono aggiungere le dichiarazioni del presidente, Hamid Karzai, che in una intervista oggi all’americana Nbc News ha sostenuto che "parte dell’insicurezza ci sta venendo dalle strutture che gli Usa e la Nato hanno creato nel Paese".
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