Addio a Sergio Pininfarina, vero e proprio ‘stilista’ dell’auto e padre dei piu’ bei prodotti italiani, dalla Ferrari Testarossa alla Maserati Quattroporte, ambasciatore del made in Italy nel mondo. L’imprenditore, che l’8 settembre avrebbe compiuto 86 anni, e’ morto nella sua casa torinese: accanto la moglie Giorgia, i figli Paolo e Lorenza. Lo piangono Torino, il Paese e il mondo dell’auto. Il premier Mario Monti lo definisce un uomo ‘fornito di talento innato’, capace di ”coniugare bellezza e qualita’ dello spirito italiano’.
‘Partecipo con animo commosso al generale cordoglio per la scomparsa di Sergio Pininfarina, figura altamente rappresentativa del mondo dell’industria italiana’, scrive alla moglie il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. ‘E’ un simbolo che se ne va, una grossa perdita’, dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. ‘Una persona fondamentale nella storia e nel successo della Ferrari’, afferma Luca Cordero di Montezemolo, mentre anche da Twitter arriva un tributo che lo vuole ‘nella galleria del vento’ piuttosto che nella camera ardente.
Sergio Pininfarina e’ figlio d’arte. Il padre, Pinin, entrato a soli 11 anni in officina, era stato protagonista della stagione del design industriale italiano. E a Torino aveva radici tanto forti da rifiutare nel 1920 una offerta di lavoro da Henry Ford, che lo voleva a Detroit. Sergio, studi al Politecnico di Torino, segna la svolta industriale, il passaggio dall’azienda di famiglia al gruppo legato al mondo Fiat (una delle prime vetture da lui disegnate e’ la 124 Spider del 1966) ma sempre autonomo. La prima carica e’ nel 1960 quella di d.g., poi diventa amministratore delegato e nel 1966, alla morte del padre, presidente. Il 1961 e’ anche l’anno in cui il residente della Repubblica Giovanni Gronchi cambia per decreto il cognome Farina in Pininfarina, che diventera’ famoso nel mondo anche grazie al filo doppio che lo lega con il mondo del cinema, che fa man bassa delle auto che portano la sua firma: dalla Lancia Aurelia del ‘Sorpasso’ al Duetto del ‘Laureato, passando per la Nash Healey di ‘Sabrina’.
L’inizio dei rapporti con la Ferrari risale al 1951 quando Enzo Ferrari incontra Pinin. Il legame sara’ sempre stretto e l’azienda disegnera’ piu’ di duecento Ferrari, alcune finite in allestimenti temporanei del Moma di New York. Sergio Pininfarina e’ un designer, ma non solo: senatore a vita dal 2005, e’ parlamentare europeo, presidente della Confindustria dal 1988 al 1992, e’ nel cda Ferrari, guida la delegazione italiana nella Commissione Italo-Francese per l’Alta Velocita’. Tante le onorificenze, da Cavaliere del lavoro alla Legion d’honneur, 4 le lauree honoris causa.
Dal 2006 Sergio lascia le redini dell’azienda al figlio Andrea, morto due anni dopo in un tragico incidente. Diventa presidente d’onore e, fino a quando la malattia glielo consente, continua a supervisionare le attivita’ di stile e a mantenere personalmente i rapporti con la Ferrari. Oggi la Pininfarina ha cambiato pelle e, dopo un doloroso riassetto, grazie a un positivo accordo con le banche ha ripreso il cammino: e’ tornata alle radici, concentrandosi sul design, sull’ingegneria e sulla valorizzazione del brand. Abbandonata la produzione, e’ oggi una societa’ di servizi, disegna prototipi e modelli (gli ultimi sono la F12 berlinetta per Ferrari e la Cambiano). Oggi il titolo ha guadagnato il 9,3%, in scia a possibili piccoli movimenti nell’azionariato piu’ che per reali speculazioni sulla contendibilita’ del gruppo.
Il mondo politico ricorda la sua capacita’ di valorizzare il made in Italy. ‘La sua inventiva e le sue capacita’ imprenditoriali saranno un permanente motivo di ispirazione’, dice il presidente della Camera, Gianfranco Fini, mentre quello del Senato, Renato Schifani lo definisce ‘un uomo che ha incarnato una parte importante dell’immagine dell’Italia nel mondo’. ‘Un pioniere del Made in Italy’ per il segretario del Pd Pierluigi Bersani.
La camera ardente sara’ allestita presso la sede di Cambiano (Torino), domani pomeriggio e giovedi’. I funerali venerdi’ alle 11, a Torino, nella chiesa Santi Angeli Custodi.
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