Un piccolo mistero, ma che col tempo e il non volerlo affrontare, verbalizzare, si e’ ingigantito all’interno della protagonista di questa storia, una scrittrice che racconta in prima persona, e’ il nodo psicologico e strutturale su cui poggia tutto il libro, i rapporti dei personaggi e la costruzione a suspance, in attesa della rivelazione finale.
Lula, la scrittrice bloccata, ha consegnato un romanzo cui l’editore non da’ seguito e che lei stessa sospetta sia ‘troppo esile’, mentre la sua migliore amica e prima lettrice, Giacinta Gunther, sua ex istitutrice di equitazione e che gli da’ uno stipendio per occuparsi delle mail e del sito della Fondazione di famiglia, e’ molto piu’ dura e esplicita: ‘Hai scritto una porcheria, e lo sai. Fossi in te, m’iscriverei subito a quel corso di lettura. Ne hai bisogno’. Lula fa resistenze a partecipare a sedute collettive di donne nella sede della Fondazione che vogliono ‘imparare a leggere’ e l’amica, impietosa, precisa: ‘Non mi sono spiegata: tu hai bisogno di tornare a villa Gunther’.
Sono dichiarazioni come questa, segnali sparsi per il libro che avvertono di qualcosa che il lettore non conosce e che immagina arrivera’ a scoprire solo a un certo punto. Lula da tempo non va alla villa dove pure ha passato tanto tempo della sua giovinezza, perche’ quel luogo e’ legato a un fatto che l’ha segnata per sempre. Molti anni prima, durante una festa di carnevale in maschera, lei e l’amico Lorenzo, di cui era innamorata ma che ha poi sposato sua sorella, vennero rapiti da alcuni banditi e nessuno ha mai saputo cosa accadde nel tempo che duro’ quel sequestro.
Alla fine Lula accetta di partecipare al corso e scopre di esserne stata nominata curatrice, guida del gruppo di amiche, tra cui e’ anche sua sorella. Si legge e si discute, si ricorda anche, per esempio la prima lettura significativa, che per quasi tutte fu ‘Piccole donne’. Ora quelle piccole donne sono chiamate, quasi senza saperlo, a crescere. Lula le usa per leggere i manoscritti che le manda da giudicare la sua casa editrice, inediti, libri ancora in fieri.
Come in fieri e’ questo romanzo che divaga, nasconde, svicola, salta tempi e spazi, giocando con i problemi della scrittura, di cui tanto si parla nel gruppo e che sono l’assillo della protagonista, in quanto scrittrice. Tutto sino alla fine, quando il racconto in lettura, la narrazione di Lula di quanto non aveva mai prima raccontato, e che affronta grazie al supporto che ha ricevuto dal gruppo di donne e amiche, arrivera’ a farci capire il senso di quel che e’ accaduto sino allora, liberando tutti dal peso del passato.
Un racconto lungo di gradevole scrittura e costruzione con tante piccole, divertenti trovate, quest’ultima, quinta opera della Muratori, una sorta di gioco e sfida su quei ‘romanzi da guardarobiera’ che Lula dice tanto di amare, che mostrano l’evanescenza e l’inconsistenza di tanti drammi del bel mondo che ne e’ protagonista, tanto che e’ proprio il finale a deludere un poco, a sembrare una rivelazione fragile.
LETIZIA MURATORI, ‘COME SE NIENTE FOSSE’ (ADELPHI, pp. 140 – 15,00 euro).
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